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Marina Cicogna
Marina Cicogna

Marina Cicogna

Si è spenta oggi dopo aver combattuto contro il cancro Marina Cicogna, da sempre chiamata la Contessa del cinema italiano.

Aveva 89 anni ed è stata attiva soprattutto come produttrice, in un ambito e in un periodo storico in cui le donne nelle arti raggiungevano la notorietà quasi solo se accanto ad un uomo.

Prima produttrice del mondo a vincere un Oscar (per il bellissimo “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri) e premiata quest’anno con un David di Donatello alla carriera, Cicogna è stata a lungo una delle poche donne bisessuali a non aver nascosto le sue relazioni: la più chiacchierata è stata quella con la splendida attrice Florinda Bolkan, durata oltre vent’anni, seguita da quella con Benedetta Gardona, che adottò per tutelarla dopo trent’anni di convivenza.

Una vita molto queer, permessa anche dal suo privilegio di nascita: Cicogna era di origini nobili, essendo nata il 29 maggio 1934 dal conte Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata, ed era nipote del conte veneziano Giuseppe Volpi di Misurata, il quale due anni prima aveva inventato la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e cui è stato poi intitolato uno dei premi della Mostra (la Coppa Volpi, appunto), personalità oggi molto discussa in quanto in epoca fascista attuò politiche coloniali come governatore della Tripolitania (dal 1921 al 1925). In seguito fu Ministro delle Finanze per tre anni, presidente della Biennale di Venezia e anche di Confindustria.

Cicogna crebbe in contesti agiati, in particolare tra il centro di Roma e Cortina d’Ampezzo, mentre i periodi trascorsi a Tripoli (tra il 1957 e il 1967) nella villa di famiglia, sono raccontati nel libro fotografico “La mia Libia”, pubblicato nel 2012.

A New York, tra i docenti del college Sarah Lawrence ebbe Marguerite Yourcenar, e in quel periodo scoprì il suo amore per la fotografia, arte nella quale seppe distinguersi, complici le giornate mondane.

Tra Venezia, Roma, gli Stati Uniti e altri luoghi ancora conobbe e frequentò infatti alcune tra le figure più rilevanti del mondo del cinema e non solo: Luchino Visconti, Helmut Berger, Marylin Monroe, Orson Welles, Alain Delon, David O.

Selznick, ma anche Gianni Agnelli, Maria Callas, Aristotele Onassis, Valentino Garavani e Alessandro Michele.

L’idea di far fruttare il proprio patrimonio in questo settore era appartenuta già a suo padre, che era stato tra i produttori di “Ladri di Biciclette”, ma l’amore per le arti arrivò forse tramite la madre, la quale aveva co-fondato Italia Nostra (Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale italiano, ancora oggi di fondamentale importanza) insieme a Giorgio Bassani, autore di uno dei più importanti romanzi a tematica omosessuale italiani, ossia “Gli occhiali d’oro”.

Il 1967 fu un anno decisivo, perché Cicogna divenne a capo insieme al fratello Bino di una casa di distribuzione, la Euro International Films, che la madre aveva rilevato. Sono molti i grandi film da lei finanziati, tra i quali vanno senz’altro citati “Bella di giorno di Luis Buñuel, “Metti, una sera a cenadi Giuseppe Patroni Griffi, “C’era una volta il West” di Sergio Leone, “Teorema” e “Medea” di Pier Paolo Pasolini, “Uomini contro” di Francesco Rosi, “Mimì metallurgico ferito nell’onore” di Lina Wertmüller, “Fratello sole, sorella luna” di Franco Zeffirelli: film che significarono anche un grande lavoro per il comparto negli studi di Cinecittà.

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