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Chi desidera ricevere il battesimo, se omosessuale o transessuale, ora può averlo. Anche se vogliono convivere, fare i testimoni ad un matrimonio o i padrini di un battesimo, ora è un sì!
Le nuove “regole” sono nelle risposte del Dicastero per la Dottrina della Fede, fornito a monsignor José Negri, Vescovo di Santo Amaro in Brasile. Secondo il Dicastero, con sei domande e sei risposte, hanno affermato quanto già successo in passato. Il battesimo può essere ricevuto anche da un transessuale dopo il trattamento ormonale e intervento chiurirgico «alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli». Se pronti, lo stesso, vale anche per i bimbi o adolescenti con problemi di natura transessuale. Inoltre, un transessuale puà accettare il compito di padrino o madrina al battesimo, superando scandali, indebite legittimazioni o disorientamento nella comunità ecclesiale. Ad un matrimonio, per quanto riguarda l’essere testimone, non c’è niente nella legislazione canonica universale che vieti a una persona omosessuale o transessuale di essere testimone, dice il dicastero.
Può essere battezzato un bambino adottato o accolto in altri modi come l’utero in affitto da due persone omoaffettive? Nel caso in cui ci sia la marcata speranza che sarà seguito da religione cattolica, allora sì. Può essere padrino di un battezzato, una persona omoaffettiva e che convive? Sì se «conduce una vita conforme alla fede e all’incarico che assume»; però è diverso se nella convivenza di due persone affettive consiste in una stabile e dichiarata relazione more uxorio, ben conosciuta dalla comunità. In questo caso il Dicastero dà la possibilità ad un’altra persona della famiglia di garantire la giusta trasmissione al battezzando della fede cattolica.