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UE: Italia non favorevole a diritti LGBTQ
UE: Italia non favorevole a diritti LGBTQ

UE: Italia non favorevole a diritti LGBTQ. In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia, i paesi membri dell’UE sono stati invitati a sottoscrivere una risoluzione che impegna ad implementare politiche nazionali mirate alla tutela delle persone LGBTQIA+. Questo documento rappresenta un importante passo verso il riconoscimento e la protezione dei diritti LGBTQIA+ in tutta Europa. Sottolinea la necessità di azioni concrete per combattere la discriminazione e promuovere l’inclusione.

Il testo della risoluzione

“Gli Stati firmatari si impegnano in particolare a sviluppare strategie nazionali per le persone LGBTQIA+ e a sostenere la nomina di un nuovo Commissario per l’Uguaglianza quando sarà costituita la prossima Commissione”. Questa dichiarazione evidenzia l’importanza di un impegno coordinato a livello europeo per affrontare le problematiche legate alla discriminazione.

L’Italia

L’Italia, tuttavia, ha deciso di non firmare questo testo. Ci sorprende? No, con un governo che sembra vivere di discriminazione, non ci si poteva aspettare altro. L’attuale governo italiano, noto per le sue posizioni conservatrici, ha più volte manifestato ostilità nei confronti delle istanze LGBTQIA+. Questo rifiuto di sottoscrivere la risoluzione si inserisce in un contesto più ampio di politiche che sembrano mirare a marginalizzare queste comunità.

I contrari

Oltre all’Italia, altri otto paesi non hanno firmato la risoluzione: Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Questi paesi condividono spesso una visione conservatrice che si riflette nelle loro politiche interne riguardanti i diritti umani e la tutela delle minoranze.

I favorevoli

Invece, hanno aderito alla dichiarazione sedici paesi: Belgio, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Germania, Portogallo, Slovenia, Francia, Svezia e Spagna. Questi paesi hanno dimostrato un impegno più forte verso la promozione dei diritti umani e l’inclusione delle persone LGBTQIA+, riconoscendo l’importanza di politiche attive e di sostegno per combattere la discriminazione.

Le conlcusioni

Proprio mentre il governo italiano prendeva questa decisione, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dichiarava: “È una priorità per tutte le Istituzioni, a ogni livello, combattere ogni forma di discriminazione, violenza e intolleranza, e investire nella prevenzione e nel supporto alle vittime”. Tuttavia, queste parole sembrano svuotate di significato quando si osservano le azioni concrete del suo governo. Non è chiaro a quali politiche si riferisca, considerando che quando si presenta l’opportunità, il suo governo sembra ostacolare qualsiasi misura concreta di prevenzione della violenza contro le persone LGBTQIA+.

In sintesi, il copione è evidente: da un lato, si rilasciano alla stampa italiana dichiarazioni apparentemente inclusive e rassicuranti; dall’altro, si ostacola concretamente la vita delle persone LGBTQIA+, nella speranza che i media italiani non ne diano risalto. Questa dicotomia tra retorica e azione politica dimostra una mancanza di volontà reale di affrontare le problematiche di discriminazione e violenza che colpiscono le persone LGBTQIA+. La situazione richiede un’attenzione costante e una pressione continua affinché i diritti umani e l’uguaglianza siano veramente al centro delle politiche nazionali ed europee.

Agenzia LuiLuiLeiLei si distingue per il suo impegno nel favorire e assicurare la parità di diritti delle persone LGBTQIA+.

 

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