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Oggi voglio raccontarvi le storie di alcuni ragazzi LGBT+ che si sono trasferiti all’estero, andati via da una Italia che ha tra le altre cose spesso negato l’esistenza delle cosiddette famiglie arcobaleno.
Malgrado queste esistano e siano reali.
Qualche giorno fa leggevo The Queen Father e mi capitò sotto gli occhi un suo scritto che arrivava giù duro come un pugno in faccia. Marco è un uomo italiano omosessuale che si è trasferito nel Regno Unito ma che in America ha avuto la possibilità di avere un bambino con il suo compagno. In quel post si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se fosse rimasto in Italia, cosa l’Italia gli avrebbe tolto suo figlio non sarebbe esistito ed in quella dolorosa ipotesi non poteva che maledire la retrogradezza del nostro stivale.
Lo puoi biasimare? Nasci TE, semplicemente TE e vivi in un paese dove le regole per TE sono diverse perché di TE conta in negativo solo la tua identità di genere assieme all’orientamento sessuale. Puoi essere la qualsiasi come persona ma TE bene non vai, certi diritti scordateli che non sta bene neanche parlarne troppo, i problemi saranno sempre altri.
E allora che ti rimane da fare? Stai fermo, abbozzi, fingi, rimani e lotti, spingi i muri per trovare i tuoi spiragli, combatti per le leggi fino a rovesciarle caso dopo caso, vai all’estero e torni con un bambino tuo oppure sai che c’è? Molli tutto e vai a vivere dove i diritti ed i doveri sono quelli, uguali per etero e non.