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Scoprire la propria identità è un viaggio unico che varia da persona a persona, con risvolti spesso imprevedibili.
È il caso di Bingo Allison, primə prete dichiaratamente non binary nella chiesa inglese.
Cresciutə in un contesto famigliare fortemente religioso e conservatore, dove le persone gay erano bollate solo come ‘peccatori’.
Allison non ha mai trovato nemmeno le parole per spiegare la propria identità. “Non conoscevo nessuna persona trans, e penso di aver incontrato solo due persone gay in vita mia.” spiega a Liverpool Echo “Poche volte mi ritrovavo a pormi domande, ma non avendo davvero un vocabolario per descrivere la mia esperienza non potevo andare da nessuna parte”.
L’incontro con altre persone LGBTQIA+ e religiose è stato per Allison un punto di svolta.
Permettendo di mettere in discussione una visione del mondo bigotta e ignorante, dove le persone queer erano sempre una dimensione a sé:
“C’era un sacco di rifiuto verso me stessə e per questo rifiutavo anche l’identità delle altre persone”.
Scoprendo il termine ‘genderqueer’, Allison si è permessə di esplorare e conoscere di più la propria identità di genere, svincolandosi gradualmente da tutti i pregiudizi interiorizzati: “Molte volte mi sono fattə domande sulla mia identità, ma crescendo con una forma di cristianità così conservatrice, andava tutto ben oltre la mia immaginazione”.
Allison dichiara che Dio ha assunto un ruolo centrale nella scoperta di sé, attraverso un percorso che definisce una ‘profonda esperienza spirituale’: in un pezzo sulla creazione del mondo scrive che nei passaggi della Genesi non si fa riferimento a uomini e donne, ma a mascolinità e femminilità senza una vera e propria divisione binaria: “Ho sentito davvero che Dio mi stava guidando in questa nuova verità su me stessə”.
Oggi Bingo Allison vuole rendere la chiesa di Liverpool uno spazio accogliente e inclusivo per ogni persona LGBTQIA+.
Tra visite scolastiche e seminari, Allison vuole offrire una nuova rappresentazione dell’ambiente religioso, aprendo le porte a chiunque libero da bigottismi o pregiudizi.
La sua missione è mostrare ai più giovani che sono benvenutə, qualunque sia la loro identità.