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Continuano i nostri articoli su imprenditori, stilisti LGBT che con la loro vision non hanno solo cambiato il mondo lavorativo.
A quasi 70 anni dalla sua morte, Christian Dior diventerà biopic cinematografico.
Attualmente a Venezia con Coup de Chance di Woody Allen, Elsa Zylberstein dirigerà la pellicola, mentre Julien Teisseire, nota per aver scritto The Hookup Plan di Netflix, si occuperà della sceneggiatura.
Il film biografico su Dior, che rilanciò nel dopoguerra la moda parigina.
Ridandole rilievo e prestigio internazionale, prenderà vita a Parigi nel 1947.
Quando l’iconico magnate della moda fondò la sua casa di moda all’età di 42 anni.
Dior morì al Grand Hotel & La Pace di Montecatini Terme dopo una partita di canasta con un gruppo di amici.
Venne trovato nella sua camera dalla sua più stretta collaboratrice e da un medico.
Il biopic racconterà come Dior ha costruito il suo impero insieme al suo braccio destro Raymonde Zehnacker.
Nella sua autobiografia lo stilista descrisse come il suo “secondo sé”.
Pur non avendo mai pubblicamente rivelato il proprio orientamento sessuale, era noto come Dior avesse avuto diversi amanti uomini durante la sua vita: l’ultimo fu il cantante marocchino Jacques Benita, di 30 anni più giovane.
Il film di Zylberstein seguirà anche la vita privata di Dior e il modo in cui si innamorò “perdutamente” di Benita nel 1956, l’anno prima della sua morte.
“Christian Dior era un uomo estremamente riservato, quindi la gente sa molto poco di lui e non era un personaggio stravagante come altri stilisti o icone culturali popolari, ma non era per questo meno affascinante“, ha sottolineato Zylberstein, che ha spiegato di conoscere bene il mondo Dior, poiché sua madre ha lavorato per l’azienda di profumi all’inizio degli anni ’70. “Christian Dior era come un ‘mister normal’ e non era parigino, veniva dalla Normandia”. “È sempre stato discreto ma era anche estremamente resiliente. Ecco perché la sua eredità è ancora viva oggi”.