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Il Giappone è un paese gay friendly?
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Quanto è gay friendly il Giappone? Misteri e segreti del paese del Sol Levante

Il Giappone è un paese molto distante da noi, e non stiamo parlando solo di distanza fisica, ma di una distanza culturale enorme, con convenzioni sociali speciali e dove il buon senso molto spesso non è sufficiente per evitare figuracce. Ma quando si parla di mondo LGBTQ+ e affettività cosa succede?

Esattamente come tantissime norme sociali sono impenetrabili e difficili da capire, anche i gesti più semplici potrebbero essere indecifrabili, e l’omosessualità in Giappone (anche se più in generale la sessualità) rientra in questo labirinto di norme. Ma il Giappone è o non è un paese gay-friendly?

Affettività in Giappone

Tutto quello che rientra nella sfera affettiva in Giappone è da considerarsi privato, tanto da non essere (moralmente) concesso in pubblico qualsiasi dimostrazione d’affetto, o quantomeno ogni dimostrazione di affetto in pubblico è molto poco ben vista. Sia per gli etero sia per i gay.

Il Giappone non rientra fra i paesi in cui è vietato essere gay. Infatti in questo paese l’omosessualità è legale dal 1880, anno in cui il paese adottò, per il suo ordinamento giuridico, il Codice Napoleonico. Tuttavia, anche se essere gay è legale, non è frequente vedere due ragazzi che camminano per mano… anzi è un evento davvero raro. Durante un nostro viaggio in Giappone abbiamo parlato incontrato il proprietario del G-Physique, locale gay di Osaka abbastanza friendly nei confronti degli stranieri, il quale ci ha confermato che sarebbe davvero strano vedere due ragazzi camminare per mano tanto quanto sarebbe strano vedere un ragazzo e una ragazza camminare mano per mano.

Esistono i gay in Giappone?

Certo che esistono, così come esistono tantissimi locali gay in giro per Tokyo e tutte le grandi città giapponesi. Ogni città in Giappone ha il suo quartiere gay, i suoi bar gay e locali dove conoscere ragazzi. Basti pensare che uno dei quartieri gay storici di Tokyo, Shinjuku Ni-Chome, è un posto in cui tra le tantissime viuzze ci sono centinaia di piccoli e grandi bar gay dove andare a bere e divertirsi.

Alcuni di questi locali però, se non la maggior parte, sono praticamente invisibili e inaccessibili per la maggior parte degli occidentali e potrebbe davvero essere complesso addentrarsi nei luoghi della vita LGBTQ+. Perché? La società giapponese è una società estremamente chiusa e tradizionalista e ogni “intrusione” (quindi intrusione di noi che non siamo giapponesi) è vista come una contaminazione degli equilibri.

Negli ultimi anni però la cultura e la società giapponese hanno fatto passi da gigante nei confronti della comunità LGBTQ+. Basti pensare che il 2017 è stato l’anno in cui è stato approvata la legge che tutela gli studenti da attacchi omofobi ed è stato eletto il primo uomo transgender tra le figure che lavorano al Governo. Ogni anno poi Tokyo si colora dei colori dell’arcobaleno con il Tokyo Rainbow Pride che diventa un evento sempre più importante e numeroso.

Un viaggiatore gay è sicuro a viaggiare in Giappone?

Il Giappone è un paese molto sicuro e anche per i viaggiatori gay visitare il paese non darà alcun tipo di problema. Forse susciterà qualche curiosità in più ma nulla di ingestibile. Il Giappone è un paese gay friendly, con tantissimi luoghi dove fare incontri e bar gay dove fare amicizia. Inoltre essendo stranieri, è sempre concesso uno strappo alle regole che viene visto con curiosità, quindi tenersi mano per la mano con il proprio fidanzato o fidanzata, sicuramente non sarà un gesto molto grave, anche se rimane qualcosa che in pochissimi, forse solo le generazioni giapponesi più giovani, fanno.

Qual è il quartiere gay a Tokyo?

Tokyo è una città immensa, divisa in 23 distretti che potrebbero essere tranquillamente delle città a parte. Ogni distretto ha la sua particolarità e Shinjuku è quello con più cose da fare. Qui è dove troverai uno dei più caratteristici quartieri gay della città.

Shinjuku Ni-Chome è il quartiere gay di Tokyo per antonomasia e qui troverai centinaia di locali gay dove fare amicizia con un giapponese e magari scoprire insieme la vita gay di Tokyo. La vita notturna durante la settimana è molto intensa, ma nel weekend inizia ad animarsi dal primo pomeriggio e può andare avanti fino alle 5 di mattina. La domenica invece la maggior parte dei locali fa orario ridotto. Inoltre Tokyo essendo una metropoli immensa permette con più facilità anche ai turisti di entrare nel mondo LGBTQ+ e alcune delle esperienze che si possono fare qui sono davvero uniche.

Qualche consiglio per i viaggiatori gay in Giappone

Malgrado le tantissime regole sociali, sentiti libero di esprimerti e mescolarti con le altre persone, specialmente se ti trovi in locali e quartieri gay nelle città Giapponesi. Potrebbe essere difficile capire all’istante come funzionano le cose, ma ecco qualche consiglio che potrebbe servirti.

  • Molti locali gay sono quasi inaccessibili e sono davvero piccolissimi. Spesso i ragazzi vanno in un locale gay per chiacchierare e conoscere gente nuova, ma se non parli Giapponese potrebbe essere davvero difficile chiacchierare, quindi se nessuno parla inglese e tu non parli giapponese, meglio trovare un altro posto
  • I locali a piano strada e quelli più frequentati sono molto friendly nei confronti dei turisti ed è possibile che ci siano baristi che parlano un po’ di inglese. Inoltre i proprietari dei locali in Giappone chiacchierano tanto, e se ne trovi uno che parla giapponese sicuramente tra una birra e l’altra parlerà tantissimo e ti presenterà altri clienti
  • Alcuni locali, specialmente il weekend, hanno un ingresso a pagamento con all you can drink. Il costo normalmente è attorno ai 2500 yen (circa €20) ma potrai bere tutto quello che vuoi. Chiedi sempre una conferma all’ingresso
  • Spesso i bar in Giappone hanno una “cover charge” ovvero il “coperto” da pagare alla prima consumazione. Va dai 300 yen in su, arrivando anche a 1500/2000 yen (da 2€ in su). Di solito c’è scritto il costo della cover charge all’ingresso, ma chiedi sempre a quanto ammonta prima di sederti. In cambio della cover charge ti porteranno un piattino con qualche snack. Ci sono anche dei bar senza cover charge ma spesso sono molto turistici e i proprietari vorranno solo venderti qualche drink in velocità e mandarti via

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