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Saw, il gioco folle
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SAW

Quanti di voi hanno visto almeno uno dei tanti film di SAW?

Ecco purtroppo questo non è un’articolo per sdrammatizzare, ma su cosa sta succedendo in Russia.

Qualcosa di strano sta sicuramente succedendo in Russia, più che drammatico, qualcosa di violento

Il nome del “gioco” è già tutto un programma: “Saw” (Sega) riprende il titolo di una serie di film americani tra l’horror e il poliziesco, noti soprattutto per le scene di estrema violenza, con torture, amputazioni e omicidi.

Il personaggio attorno al quale si sviluppa la serie è una specie di giustiziere folle che se la prende con persone che reputa ingrate nei confronti della vita (tossicodipendenti e criminali, per esempio): per poter capire il senso vero dell’esistenza, dovranno affrontare prove cruente che potranno portare alla loro morte.

Dall’anno scorso “Saw” (con l’ancor più inquietante sottotitolo “Il ritorno della Cecenia”) è una specie di gioco (così almeno si definisce) che spinge le persone ad assalire gli omosessuali, o presunti tali, offrendo assistenza legale agli aggressori, salvo in caso di omicidio.

Con una piccola spesa (appena 200 rubli, meno di 3 euro), il sito di Saw permette di accedere a un database in cui sono presenti molti omosessuali, con nome e cognome, fotografia, indirizzo e altri dati personali.

I creatori del “gioco” guadagnano soprattutto dalle vittime, che dopo un pestaggio o temendone uno, possono chiedere di essere cancellate dal database pagando 1500 rubli (21 euro).

Dov’è la polizia?

Ovviamente è tutto molto illegale, ma le autorità russe non brillano certo per prontezza nell’aiutare le vittime dell’omofobia. Il sito era anche stato chiuso, ma le attività sono sempre andate avanti indisturbate sui social network. E Saw può permettersi persino di vantarsi di avere nuovi “cacciatori di gay“, come il celebre Viacheslav Datsik, campione di kickboxing noto per le posizioni esplicitamente naziste, per varie condanne penali e per i pesanti problemi psichici.

Il pericolo rappresentato da questo “gioco” è così grave che persino Misha Tumasov, capo della Rossiyskaya LGBT-set (Rete LGBT russa), e il suo compagno sono dovuti fuggire dalla Russia dopo che l’attivista è finito nel database degli orrori.

Tumasov ha lanciato un appello alla polizia affinché apra un’inchiesta e protegga i cittadini da queste violenze e minacce. Le speranze che le sue parole siano ascoltate, però, sono davvero minime.

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