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Dopo Tennessee, Florida e Montana, anche un giudice del Texas ha bloccato la legge contro le drag queen. “Vìola il 1° emendamento”.
Pochi mesi fa il Texas ha approvato una legge per colpire lə artistə drag e le persone trans, limitando la loro libertà.
Il Texas è stato solo uno dei tanti Stati d’America che negli ultimi 18 mesi hanno preso di mira la comunità LGBTQIA+, presentando leggi censoree e dichiaratamente omobotransfobiche, andando a colpire soprattutto persone transgender e artiste drag.
Ebbene la tanto contestata nuova legge texana che limita gli show drag in pubblico è stata dichiarata incostituzionale da un giudice federale. Il giudice distrettuale David Hittner ha ricordato a tutti l’esistenza del primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce la terzietà della legge rispetto al culto della religione e il suo libero esercizio, nonché la libertà di parola e di stampa, il diritto di riunirsi pacificamente.
Hittner ha stabilito che la legge approvata in Texas è discriminatoria e impropriamente vaga, violando
“in modo inammissibile il Primo Emendamento, limitando la libertà di parola”.
La legge, che il governatore repubblicano Greg Abbott ha firmato lo scorso giugno, ha ampliato la legge statale esistente che vieta ai bambini di assistere a spettacoli sessualmente espliciti. Sebbene l’SB 12 non citasse espressamente gli show drag e gli artisti drag, era talmente e volutamente vaga da poter colpire anche gli spettacoli drag.
Il giudice Hittner ha continuato:
“Non è irragionevole dedurre dalla legge SB 12 che attività come cheerleader, balli, teatro dal vivo e altri eventi pubblici comuni potrebbero diventare una violazione civile o penale”.
Hittner aveva già precedentemente bloccato l’entrata in vigore della legge il 1° settembre scorso, ma solo temporaneamente. Ora è arrivato lo stop definitivo.
Il Texas, come detto, non è stato il solo Stato a voler vietare gli spettacoli drag. Nell’ultimo anno più di una dozzina di Stati hanno cercato di limitarli. Il primo a riuscirci è stato il Tennessee, seguito da Montana, Alabama e per l’appunto Texas. Una vera e propria crociata repubblicana contro le persone LGBTQIA+. Ma altri giudici federali, anche in Tennessee, Florida e Montana, hanno definito incostituzionali simili leggi.
Su Twitter:
“I texani LGBTQIA+, i proprietari dei locali, gli artisti e i nostri alleati si sono tutti uniti per sostenere la libertà di espressione nel nostro Stato e abbiamo vinto”.
La presidente e CEO di GLAAD Sarah Kate Ellis ha dichiarato:
“Applaudiamo e sosteniamo l’American Civil Liberties Union of Texas, Baker Botts LLP e gli artisti di tutto lo Stato nel loro duro lavoro per garantire equità e uguaglianza per tutti”.
Ricardo Martinez, CEO di Equality Texas, ha dichiarato: “Che vi piaccia o meno il drag, nessuno dovrebbe poter decidere cosa possiamo guardare o come possiamo comportarci”.
Si tratta del 2° intervento di un giudice texano contro prese di posizioni censoree all’interno dello Stato. Pochi mesi fa proprio un giudice ha ordinato che i libri LGBTQ+ incredibilmente vietati e fatti sparire fossero restituiti alle biblioteche pubbliche.