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Si parla tanto, e da tanto tempo, del film sulla bambola Barbie (il Venerdì gli ha dedicato la copertina del 7 luglio) che quasi abbiamo dimenticato che il film non è ancora uscito, sarà in sala da giovedì prossimo, 20 luglio e che finora l’hanno visto solo in pochissimi: prima di intervistare la regista Greta Gerwig la nostra Paola Zanuttini ha avuto accesso soltanto a una ventina di minuti. Ed è bastato un unico fotogramma del trailer – quello in alto – per scatenare addirittura una crisi diplomatica.
Dietro il volto di Barbie, Margot Robbie compare una mappa del “mondo reale”, quello che nel film la bambola e il suo fidanzato Ken vanno a visitare scappando dal loro paradiso rosa shocking. Il problema è che, nella fantasiosa cartina, dalla sagoma che dovrebbe rappresentare il continente asiatico parte una linea tratteggiata che a qualcuno ha ricordato la Nine-dash line, o Linea dei Nove Tratti, che è il simbolo di un’annosa disputa territoriale.
Per farla brevissima, la Cina reclama la sovranità (e i diritti di sfruttamento economico) su buona parte del Mar Cinese Meridionale.
Gli Stati vicini contestano le rivendicazioni cinesi, e un arbitrato internazionale ha dato loro ragione. E allora perché nella mappa del film ci sono quei trattini (solo otto però)?
Produttori e autori ovviamente cadono dalle nuvole….
Insomma Barbie sarebbe comunista. Ridicolo, certo…
Anche se, pensando a quanto è grande e redditizio il mercato cinese e a quanto è pervasivo il controllo del partito qualche dubbio viene… ma questa Barbie doveva scegliere proprio l’era del complottismo per affacciarsi nel mondo reale?