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Coming out
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Coming out

Cosa significa coming out? Qual è la differenza con outing? Da dove trae origine? Qui trovi tutte le info e le news a riguardo

La confusione che si genera intorno al significato di coming out è ancora molto alta. Molti pensano equivalga al termine “outing”, che anche giornalisti più o meno noti utilizzano in maniera errata come sinonimo.

Qui di seguito vedremo perché questo termine, non è la stessa cosa di “outing”, partendo dal suo significato e facendo un excursus sulla sua storia, i suoi utilizzi all’interno della comunità LGBTQIA+ ed i benefici che le persone ne traggono in termini di benessere psicofisico.

Iniziamo subito.

Cosa significa coming out

Coming out è un anglicismo che, seppur appartenga allo stesso campo semantico di “outing”, ha una propria specifica definizione ed ha, addirittura, una propria giornata dedicata (il Coming Out Day, l’11 ottobre di ogni anno).

Si tratta di un termine profondamente diverso da “outing”. Per questo è importante conoscerlo, per evitare di diffondere concetti errati, limitando così gaffe in pubblico.

Coming out” significa “uscire fuori”, “uscire allo scoperto”. L’espressione completa inglese è “coming out of the closet”, ovvero “uscire fuori dall’armadio”, da quel metaforico ripostiglio a muro dentro il quale si cela il proprio più grande segreto e, in questo caso, il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere.

Essere “out” per molte persone LGBTQ vuol dire essere finalmente visibili per quello che si è davvero, chiudendo alle proprie spalle quel (solitamente) lungo periodo della propria vita fatto di esclusioni, deprivazioni e senso di solitudine che la non ammissione del proprio orientamento sessuale e/o identità di genere hanno portato.

Non a caso, proprio “out” viene utilizzato molto nella comunità LGBTQIA+. Basti pensare ad uno dei maggiori periodici a tematica, chiamato appunto “Out Magazine”.

Qui di seguito vediamo da dove trae origine e quali sono stati i primi utilizzi del termine.

Origini ed uso del termine all’interno della comunità LGBTQIA+

L’origine di questa parola non ha avuto le stesse implicazioni attuali. I primi usi del termine si riferivano a persone gay che si dichiaravano ad altre persone gay.

“Coming out” nel mondo anglosassone è, inoltre, utilizzato non solo dalla comunità LGBTQ. Viene usato anche dagli eterosessuali per riferirsi a quelle giovani educande che, alla maggiore età, vengono introdotte nella società e presentate agli scapoli “a loro idonei”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu così che un gruppo di uomini gay vestiti da drag queen “uscì allo scoperto” sul modello dei balli delle debuttanti e fece diffondere il termine nella accezione attuale tra altre persone LGBTQIA+.

Il significato di coming out è, quindi, relativo ad un atto spontaneo e volontario, allo stesso tempo delicato e che va rispettato pienamente da parte dei cari (amici, conoscenti, parenti, ecc.) della persona che decide di compiere questa azione.

Arriviamo ora alla differenza tra “coming out” e “outing” che, come abbiamo accennato nell’introduzione, è sostanziale, in quanto i due termini sono profondamente diversi uno dall’altro.

Differenza tra coming out e outing

Il coming out è un momento speciale ed unico nella vita delle persone LGBTQIA+: una propensione al racconto di sé stessə che deve essere esente da qualsiasi pressione ed influenza esterna. L’outing è l’esatto opposto.

Tra i più celebri coming out italiani c’è quello di Tiziano Ferro che, nella sua autobiografia “Trent’anni e una chiacchierata con papà” (Kowalski Editore, 2010) ha raccontato al proprio pubblico in maniera intima, delicata e coraggiosa il lungo e travagliato percorso che lo ha portato all’accettazione della propria omosessualità.

Tra i più (tristemente) noti outing italiani c’è quello di Albano Carrisi nei confronti di Paolo Limiti. Seppur le intenzioni del noto cantante fossero state quelle di denunciare l’ipocrisia dei personaggi pubblici “velati”, questa dichiarazione pubblica, volta a rendere nota l’omosessualità di Paolo Limiti, non è stata affatto rispettosa nei confronti del conduttore.

L’outing, spesso confuso con “coming out”, non ha, quindi, alcuna “autorizzazione” da parte della persona interessata che, per i più svariati motivi, voleva probabilmente tenere per sé il proprio orientamento sessuale.

Quali sono i benefici del coming out secondo alcuni notevoli studi

Scientificamente è risaputo che i vantaggi del coming out da un punto di vista di effetti sulla salute mentale sono notevoli.

È necessario superare i vari stadi del coming out per goderne appieno.

Il sessuologo Eli Coleman pensa al coming out come ad un processo e lo ha suddiviso in 5 tappe: il pre-coming out, il momento del coming out; l’esplorazione; le prime relazioni significative; l’integrazione e l’autodefinizione della propria identità.

Ad ogni modo, secondo lo studio americano del 1998 degli scienziati Jordan e Deluty, la mera accettazione del proprio orientamento sessuale e/o della propria identità di genere, così come il momento vero e proprio del coming out possono portare ai seguenti benefici:

  1. aumento della propria autostima;
  2. diminuzione dell’ansia;
  3. costruzione di rapporti basati sulla fiducia e sull’ affetto;
  4. maggiore coinvolgimento nella comunità LGBTQ.

Il significato di coming out va a pari passo con il termine Pride, orgoglio. Le persone orgogliose della propria sessualità e della propria identità di genere sono anche coloro che hanno una vita più soddisfacente e sana.

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